Barra, come è cambiato il percorso dei gigli, in 200 anni

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La festa dei gigli di Barra, che ha visto la sua data di nascita, nel 1822, dove un documento, riporta, la richiesta all’allora Comune di Barra, per l’autorizzazione ad allestire un castelletto di legno, a Piazza Parrocchia, per seguire la processione della Santa Patrona, Sant’Anna, pertanto nel 2022, ha aperto l’anno del bicentenario, che terminerà a settembre 2023, ha uno dei percorsi, per la ballata degli obelischi, più apprezzato dai visitatori, per il suo senso rotatorio di circa  2  chilometri e mezzo, dove ogni visitatore, può semplicemente, fermarsi in un punto, ed attendere, che passino i gigli, senza dover per forza seguirli.

Negli anni però, non è stato sempre come lo conosciamo oggi, ossia da Corso Sirena, passando per Via Serino, per uscire su Corso Bruno Buozzi, fino a Via Luigi Martucci, dove si rientra sul Corso Sirena, quindi rotatorio, infatti, fino al 1954, i gigli, circolavano soltanto sul tratto di Corso Sirena, dovendo trovare uno slargo, per sorpassarsi e procedere ogni uno nel senso di marcia stabilito, e spesso si utilizza conquistarsi la precedenza con una sfida, dove colui che avrebbe perso, sarebbe dovuto tornare indietro, fino al primo spazio disponibile, per far passare il giglio che era di fronte e quindi vincitore della sfida, che si chiamava “E Varre ‘Nganno”, per documentarvi, a riguardo di questa sfida, vi consiglio il link sottostante, dell’ articolo, dettagliato… ⬇️⬇️⬇️

https://www.festadeigigli.net/annali/feste/barra-e-varre-nganno-tradizione-di-un-tempo/

Dunque, questo terminò nel 1954, quando a causa della famosa sfida, scoppiò una rissa, tra due comitati, che fece dei feriti e causò il blocco della festa, che però, grazie alla mediazione ed al dialogo di alcuni cittadini appassionati, si arrivó a riportarla già nel 1955, ma con un percorso differente che poteva garantire un senso rotatorio ed evitare che i gigli si scontrassero, in più, fu indetta una distanza di almeno 50 metri, tra due gigli, e dunque il percorso coinvolse le seguenti arterie cittadine:

1955, senso rotatorio:
Corso Sirena, Via Serino, Corso Bruno Buozzi, Traversa Spinelli.


Questo nuovo percorso, rese da subito maggiore bellezza alla ballata dei gigli, aumentando anche il numero di visitatori, ed allungando gli orari, noi abbiamo provato a simularli, con delle immagini, sperando di aver fatto cosa gradita.

Nel 1962, grazie ad un importante intervento dell’Aman, ossia il servizio idrico cittadino, diventato poi Arin, ed oggi ABC, Acqua Bene Comune, che interró una tubatura dell’acqua che attraversava Via Luigi Martucci, grazie anche al l’interessamento di alcuni politici locali, e comunali, permettendo così di poter circolare con i gigli lungo quel tratto, e modificando di fatto il percorso della festa dei gigli, allungandolo ulteriormente, coinvolgendo le seguenti strade:

1962, senso rotatorio:
Corso Sirena, Via Serino, Corso Bruno Buozzi, Via Luigi Martucci.


Un senso rotatorio, che è pertanto, come quello che conosciamo oggi, ma che fu modificato, nel 1987, a causa della chiusura di Via Serino, per ristrutturare gli edifici, dopo i danni subiti dal terremoto, deviando il percorso all’incrocio precedente, per via Domenico Minichino, ed interessando le seguenti strade:

1987, senso rotatorio:
Corso Sirena, Via Domenico Minichino, Via Fabio Giordano, Via Alberto Marghieri, Via Figurelle, Piazza Egidio Velotto, Corso Bruno Buozzi, Via Luigi Martucci.


Certamente, non era molto comodo, per i gigli, ma funzionale, senza dover rinunciare ai tratti di Barra, che vedevano allestiti molti comitati, mantenendo comunque Piazza Egidio Velotto, parte del percorso, questo fino alla festa del 1990, perché nel settembre dell’anno successivo, Via Serino, tornó ad essere percorso della kermesse, e delineando quindi un percorso, che ancora oggi è attivo ed interessa le seguenti strade cittadine:

1991 senso rotatorio:
Corso Sirena, Via Serino, Corso Bruno Buozzi, via Luigi Martucci.


Questo articolo è frutto di studi, attraverso alcuni libri che riguardano la festa dei gigli di Barra, tra cui le due opere storiche, scritte da Romano Marino, cittadino barrese, a cui va la nostra ammirazione per il grande valore culturale dei suoi libri.

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