L’evoluzione della macchina da festa

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“E da un cero con un castelletto sfilava pe strada, ma poi, in una torre s’avetta cagna, senza na borda dimme che se fa, era una forma a dir poco quasi scarna.” (Antonio Sposito)

La struttura dei Gigli negli anni ha subito un gran mutamento. In origine i nolani accolsero il Santo con grossi ceri e fiori, poi, negli anni a seguire, l’avvenimento iniziò ad essere un vero e proprio rito. Infatti con un’organizzazione complessa ed ordinata prese piede una importante cerimonia di benedizione e ringraziamento.

Col passare degli anni la festa in onore di San Paolino si svolgeva con dei ceri che venivano abbelliti con fiori e gigli e quindi aumentava di peso, pertanto si verificò un problema con il trasporto durante la loro processione. Per tale motivo si crearono allestimenti e strutture per rendere più agevole il trasporto.

La prima struttura fu una sedia dove veniva legato il cero, poi si passò al CATALETTO, una struttura che ancora oggi si usa per la processione dei santi. Nel tempo la struttura per il trasporto del cero mutò ancora. Infatti veniva usato un castelletto di legno a forma di parallelepipedo dove veniva messo il cero all’interno ed il trasporto avveniva con l’inserimento di barre.

Da questa struttura anno per anno inizio a formarsi, con l’inserimento di altri castelletti verso l’alto, una torre piramidale che oggi identifichiamo nel giglio a 4 facce. La struttura veniva eseguita dagli artigiani, maestri d’ascia, carpentieri e falegnami ed ogni anno venivano apportate delle modifiche alla struttura così da rendere il trasporto meno difficoltoso.

Negli anni coloro che realizzavano queste strutture iniziarono a creare delle Botteghe dove si preparava tutto quello che serviva per la costruzione della struttura. La bottega più importante che si andò a creare fu quella di Filippo Cantalupo, e tramite costui si formarono altri artigiani che hanno creato nuove botteghe, (Cantalupo Paolino, Tudisco Giuseppe e Vecchione Nicola).

La struttura nel 1887 variò di nuovo grazie a Filippo Cantalupo che inserì un elemento innovativo che cambiò radicalmente la struttura del Giglio. Infatti la struttura rimaneva uguale fino alla base per poi trasformarsi da torre rastremata verso l’alto a sezione quadrata a prisma poligonale rastremato verso l’alto. L’elemento che ha questa funzione tecnica per la costruzione di questa nuova struttura venne chiamata BORDA.

Questo nuovo concetto strutturale è sorto poiché si iniziò a cercare una forma della struttura meno rigida e che desse molta più flessibilità e che fosse idonea per sopportare gli sforzi e le tensioni interne determinate dalla forza dinamiche che si scaturivano durante il trasporto

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